Ultimo giorno per la sezione Viaggiatori&Migranti e le proiezioni al Teatro Camploy. Il pubblico in sala potrà vedere gli ultimi due film in concorso con i registi giovedì 10 novembre 2016: alle ore 18, Aspettando il Maestro del regista algerino Rachid Benhadj, che racconta la storia di cinque ragazzi della scuola media di Monte San Savino (Arezzo), giovani che hanno deciso di suonare nella banda dell’Istituto. Mentre aspettano l’arrivo del loro maestro, Daniele Agiman, raccontano la loro adolescenza, lo scontro generazionale e il rapporto con la scuola. Il regista sarà ospite in sala per il dibattito con il pubblico.
Il secondo appuntamento è per le ore 21 e vedrà la proiezione del film Little go girls della regista e antropologa francese Elianne De Latour. Il lungometraggio, in prima visione nazionale, mostra cosa accade ad Abidjan, dove le Go Girls intraprendono un incerto cammino in bilico tra delinquenza e prostituzione, per sfuggire alla brutalità della famiglia. Giovanissime, poco scolarizzate, per lo più musulmane, queste ragazze sono pronte ad affrontare il disonore e la morte pur di guadagnare la libertà di cui sono state private sin dalla tenera età. Rivoluzionano la loro vita per un nuovo destino, e abbracciano il progetto sociale “la Casa delle Go”. Si prospettano nuove sfide. Chi vincerà? A condurre il dibattito sarà Paola Moggi (direttrice di Combonifem), ospite in sala la regista Elianne De Latour
I REGISTI: Rachid Benhadj è nato ad Algeri e si è laureato in architettura a Parigi. Ha diretto numerosi film e ha ricevuto riconoscimenti partecipando a festival internazionali (Cannes, Venezia, Houston, Carthage, Burkina Faso, Montpellier). Dirige i lungometraggi La Rose des sables, e nel 1995 si stabilisce a Roma, realizzando i mediometraggi L’Ultima cena, Mirka, L’albero dei destini sospesi. Il successivo film Il pane nudo tratto dall’omonimo romanzo di Mohamed Choukri, vince numerosi premi internazionali, tra cui il Globo d’oro come “film da non dimenticare”. Nel 2012 dirige Parfums d’Alger.
Eliane de Latour, antropologa e regista, inizia la sua carriera come documentarista e poi si sposta sul linguaggio della fiction ma sempre affrontando temi sociali. Il suo sguardo si posa all’interno dei mondi chiusi di coloro che stanno combattendo contro barriere fisiche o sociali. Realizza un film sugli anziani della catena montuosa delle Cévennes, uno sugli harem in Niger, uno sulle carceri di Parigi, uno sui ghetti in Costa d’Avorio e sui migranti irregolari in Europa. Inoltre si avvicina al tema delle grandi o piccole conquiste di libertà legate al desiderio di emancipazione. Poi si concentra sulle ragazze in conflitto con la legge, sui minori detenuti in Marocco, e sugli adolescenti addestrati a fare la guerra in Costa d’Avorio.