Il Sudafrica mantiene una delle percentuali più alte per ciò che riguarda la violenza di genere e, in quella che sembra essere una dura e impossibile battaglia da vincere contro la violenza sessuale, soprattutto sulle donne, ci sono tuttavia alcuni segni di speranza. Questo non è il Sud Africa che Nonkosi Khumalo, attivista per i diritti umani, vuole per sua figlia e, pertanto, attraverso queste immagini il protagonista rivisita le storie, i luoghi… la vita di tante donne riuscendo a far emergere le traumatiche esperienze personali che hanno contribuito a far cambiare la legge che persegue lo stupro. Lo sdegno dell’opinione pubblica e le proteste organizzate hanno costretto le autorità a fornire alle donne la protezione e la giustizia di cui hanno diritto.
La regista
Lucilla Blankenberg è una filmmaker che vive a Cape Town. Ha studiato comunicazione e psicologia all’UNISA e film making alla City Varsity di Cape Town. Lucilla è co-director della CMT, Community Media Trust, una community no profit di produzione mediatica, impegnata a creare serie televisive educative nel campo della salute, dell’ HIV e dell’AIDS. Lucilla è una affermata
attivista e crede che la riduzione della disuguaglianza di genere in Sud Africa si possa sconfiggere anche attraverso un attivismo mediatico. La sua speranza è che attraverso il film, A Country For My Daughter si riesca ad educare la società e a dare forza alle tante donne che perseguitano questo obbiettivo di uguaglianza sociale.
- Titolo: A country for my daughter
- Regista: Lucilla Blankenberg
- Nazionalità:Sud Africa
- Anno di uscita: 2010
- Tipologia: Documentario
- Durata: 54 min
- Interpreti: Nonkosi Khumalo
- Tematiche:
- Lingua:
- Consigliato a:
- Anno di presentazione al FCAVR: 2011
- Anno di premiazione al FCAVR:
Filmografia
2003 – Through My Eyes: Blanche La Guma /
2008 – Black People Don’t Swim / Don’t Shoot /
2010 – A country for my daughter
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